Lista dei migliori alimenti per dimagrire: esiste davvero?
Uno degli argomenti più trattati in ambito della nutrizione, incalza sulla possibilità di ricercare strategie dimagranti ad opera del consumo di cibi definiti miracolosi, per gestire il tentativo di stare bene.
Spesso si genera confusione e, per attitudine culturale, si definiscono “cibi sani”, tutti gli alimenti a basso contenuto calorico, tralasciando i valori analitici più rilevanti.
Ribadiamo una volta per tutte che considerare il computo calorico non abbia validità alcuna sull’incidenza biochimica dei pasti e per tale ragione, è necessario catalogare la qualità dei cibi in base:
- agli effetti biochimici;
- al conseguente impatto glicemico;
- alle proprietà organolettiche.
Il mercato alimentare negli ultimi anni ha dato vita alla creazione di prodotti a basso contenuto calorico, modificando molto spesso, la struttura molecolare dei cibi, per limitare il quantitativo di grassi che, seguendo le leggi della termodinamica, hanno un indice calorimetrico molto elevato, e di conseguenza ritenuti dannosi per uno stile di vita alimentare equilibrato.
Come comportarsi per sfruttare al meglio la capacità lipolitica degli alimenti
- La selezione degli alimenti deve essere generata in base alla capacità che hanno i cibi di creare le condizioni ormonali per stimolare i processi di dimagrimento.
- Bisogna tenere presente l’indice glicemico degli alimenti per avere la possibilità di stabilire quale sia il momento migliore della giornata per consumarli e attivare il conseguente processo biochimico della lipolisi (scissione dei trigliceridi).
- Evitare il consumo di sale è il fondamento delle nostre ricerche e specifichiamo ancora una volta che il sale, per attitudine culinaria definito come “miglioratore”, genera alterazioni elettrolitiche, crea danni ai tessuti ematici ed irrigidisce i vasi sanguigni con conseguenti problemi della pressione cardiaca.
Inoltre il sodio è lo ione che attiva il passaggio del glucosio dalla parete enterica (intestinale) all’interno della circolazione, pertanto, il consumo di sale, aumenta i livelli di glicemia e di conseguenza attiva una stimolazione massiva dell’ormone insulina che, ricordiamo ancora una volta, è l’unico ormone implicato nel processo di ingrassamento. - Limitare il consumo di zuccheri è altrettanto importante in quanto rappresentano la più grande minaccia di una produzione eccessiva di insulina.
I grassi promuovono il processo di dimagrimento
Diciamoci la verità, nell’immaginario comune i grassi sono demonizzati per via del conteggio calorico che, li confina ingiustamente tra i cibi da evitare a tutti costi.
Questa teoria infondata non ha attinenza alcuna sugli effetti biologici che hanno gli alimenti nel nostro organismo in risposta alla loro assunzione.
Vi sveliamo un segreto:
I GRASSI NON FANNO INGRASSARE
poiché non vi è nessuna relazione biochimica che possa attestare l’innalzamento dei valori insulinici e dato che i grassi hanno un impatto glicemico nullo, è bene considerarli come cibi che non attivano l’ingrassamento (la liposintesi).
Inoltre è giusto chiarire che i lipidi rallentano l’assorbimento del glucosio, per tale ragione quando prepariamo dei piatti ad alto contenuto di carboidrati, sarebbe buona norma utilizzare dei grassi per mediare il picco di glicemia e la conseguente stimolazione eccessiva dell’ormone insulina.
In ultima analisi va specificato che i grassi assolvono una funzione straordinaria grazie alla stimolazione di un centro ipotalamico che promuove la produzione di un ormone a livello gastroenterico, la colecistochinina che ha come effetto quello di determinare il senso di sazietà.
Quali grassi consumare?
- Olio extravergine di oliva contiene grassi prevalentemente monoinsaturi, principalmente l’acido oleico ed è ricco di polifenoli con funzioni antiossidanti ed antinfiammatorie.
È un alimento che possiede molteplici virtù poiché contribuisce al processo di mielinizzazione del sistema nervoso, alla formazione della struttura ossea e all’accrescimento corporeo nel periodo dell’età dello sviluppo; - Burro, derivato dalla centrifugazione del latte, dalla quale viene eliminato il latticello. Troppe campagne diffamatorie hanno catalogato tale alimento tra i cibi ritenuti dannosi alla salute e non suggerito per uno stile di vita ottimale. Noi desideriamo riscattare la falsa reputazione di questo grasso eccellente, ricordando che contiene un complesso vitaminico importante (A,D,E,K) oltre ad un’infinita gamma di nutrienti molto utili al nostro organismo. Ha funzioni protettive del Sistema Cardiovascolare, e del Sistema Endocrino.
Inoltre nel burro è presente la Lecitina che assolve le funzioni regolatrici dell’assorbimento del colesterolo e degli altri grassi. - Frutta secca, Semi Oleosi e Cocco, ricchi di Omega3 e Omega6, sono ottima fonte di Calcio, Magnesio e Fosforo, contengono molti sali minerali tra i quali il Ferro e un pool di vitamine (B,E).
Sono indicati per abbassare i livelli di colesterolo elevato e generano la stimolazione della sensazione di sazietà.
Che effetto hanno i cibi proteici
Occorre fare una distinzione per evitare di incorrere in falsi miti ed errori.
Le proteine non sono tutte uguali o meglio, la valutazione che necessita approfondimento è subordinata alla risposta glicemica che esse sviluppano.
Il primo assunto che deve essere chiarito riguarda l’enigmatico dilemma della comparazione tra proteine di origine animale e proteine di origine vegetale.
Da un punto di vista biochimico, le proteine vegetali non sono equiparabili a quelle animali in quanto mancano di amminoacidi essenziali, ma ciò che più conta è che le proteine vegetali (legumi nella fattispecie), stimolino un aumento della glicemia, per via del fatto che contengano una percentuale elevata di amidi (circa 50/60%), pertanto il consumo eccessivo potrebbe rallentare il processo di dimagrimento.
Specifichiamo che la dieta vegetariana così come la dieta vegana possono comprendere tutti i nutrienti essenziali se si presta particolare attenzione all’abbinamento degli alimenti che contengono proteine vegetali.
- Carne e Pesce: mangiare proteine di origine animale ha un effetto endocrino che attiva la produzione di un ormone implicato nel processo di dimagrimento, il glucagone.
Il glucagone è l’antagonista dell’insulina e ha la funzione di attivare il rilascio di grasso ad opera delle cellule adipose. - Le Uova sono tra gli alimenti proteici più completi in quanto posseggono innumerevoli nutrienti. Stimolano il processo di dimagrimento grazie al cospicuo contenuto proteico che, favorisce l’attività di ormoni lipolitici (che attivano dimagrimento).
Posseggono la capacità di avere un impatto glicemico bassissimo e per tale ragione sono un ottimo alimento da utilizzare durante il periodo di dimagrimento.
Va specificato che il contenuto di grassi e colesterolo delle uova non ha alcuna ripercussione sulla salute e attualmente non esiste nessun studio accreditabile che attesti il contrario.
Verdure, panacea di tutti i mali… Mito a metà
Le Verdure hanno caratteristiche più disparate e ne consegue che, non tutte siano indicate per attivare i processi di dimagrimento a causa di un IG (indice glicemico) elevato. Molto spesso si rischia di vanificare buoni propositi con la mera convinzione di mangiare in modo salutare.
Vanno chiariti due concetti fondamentali: la modalità di cottura delle verdure e l’utilizzo di olio extravergine di oliva modulano in maniera sensibile la risposta glicemica.
Ad esempio le carote andrebbero mangiate solo ed esclusivamente crude durante il periodo di dimagrimento, poiché il processo di cottura ne innalzerebbe l’impatto glicemico.
Per un miglior assorbimento indichiamo di soffriggere le verdure, anche quelle precedentemente lessate; oltre a conferire gusto e consistenza, l’olio extravergine di oliva, ha la funzione di rendere integra la struttura organolettica dei cibi.
La pasta, baluardo delle nostre teorie
La pasta gode di una cattiva reputazione, molto spesso a ragion veduta, per il quantitativo di carboidrati complessi che ne determina la struttura.
È corretto specificare che durante il periodo di dimagrimento non debba essere consumata con regolarità, in quanto l’eccessiva produzione di glucosio indurrebbe il metabolismo cellulare ad un utilizzo smodato di zuccheri, piuttosto che sfruttare le riserve di grasso in eccesso.
Possiamo però affermare con certezza, che per nostra esperienza, l’utilizzo della pasta in determinati momenti del percorso alimentare, sia ideale all’attivazione di un processo biochimico definito Ciclo di Krebs, un’insieme di reazioni enzimatiche, crocevia del metabolismo, dove le sostanze nutrienti e i grassi derivati dalle riserve, vengono ossidati per produrre energia chimica utile all’organismo.
Il nuovo paradigma
È giunto il momento di posare le basi di un nuovo paradigma che attesti la validità degli effetti biologici del cibo, che prenda in considerazione la risposta ormonale e che consideri il cibo alla stregua dei farmaci, a beneficio del nostro stato di salute psicofisico.
Lascia un commento