La giornata del Fiocchetto Lilla
Il 15 marzo è stata la giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla, giornata dedicata alle tematiche riguardanti la diagnosi e la cura dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione. Per tale motivo abbiamo deciso di tracciare una linea che chiarisca i molteplici aspetti che si ergono dietro la manifestazione delle patologie a carattere nutrizionale.
Origine dei Comportamenti Alimentari errati e ormoni implicati
I comportamenti alimentari errati nascono da condizionamenti psicologici molto forti che possono avere ripercussioni significative a livello biochimico con conseguente modificazione della risposta ormonale.
Gli ormoni rivestono un ruolo primario sull’influenza degli stati emotivi, per tale ragione non bisogna minimizzare l’effetto psicologico che origina da un comportamento alimentare errato.
Aspetto cognitivo-emozionale e stimolazioni multisensoriali
Spesso si tende a sottovalutare l’importanza della sinergia che intercorre tra l’aspetto cognitivo-emozionale e le stimolazioni multisensoriali che esercitano un potenziale evocativo molto forte e stabiliscono una connessione, a volte psicotica, dedita al consumo di particolari alimenti.
Il ricordo della torta mangiata in occasione del nostro diciottesimo compleanno (evento rilevante/elemento cognitivo-emozionale), nello chalet in riva al mare (luogo iconico/elemento cognitivo-emozionale), in compagnia del ragazzo/a di cui eravamo perdutamente innamorati (persona a noi cara/elemento cognitivo emozionale), l’odore della salsedine emanato dalla brezza di mare (olfatto/stimolazione sensoriale), mentre attendevamo il brindisi e fissavamo in profondità il bagliore infinito che emanava la luna (vista/stimolazione sensoriale), in attesa di mangiare il primo boccone di torta e saggiare l’infinta morbidezza del pan di spagna (tatto/stimolazione sensoriale), restando estasiati dalla dolcezza e dalla persistenza del cioccolato e della crema chantilly (gusto/stimolazione sensoriale); tutti questi elementi sono implicati nella fissazione di un ricordo, nella fattispecie il ricordo della torta del nostro diciottesimo compleanno, che in base alle aree cerebrali deputate alla rielaborazione di quel momento (Sistema Limbico), ci induce a pensare che quella torta sia il miglior cibo che abbiamo mai mangiato nella nostra vita.
Alla ricerca delle sensazioni
Nei momenti in cui il nostro umore è labile, inconsciamente andremo alla ricerca delle sensazioni che ci proietteranno verso uno stato di benessere emotivo, per cui probabimente ci ritroveremo a mangiare una torta al cioccolato acquistata ad un discount, nel mero tentativo di rivivere le emozioni che ci riportano al ricordo della famosa torta dell’indimenticabile compleanno.
L’associazione legata al desiderio di un determinato cibo e l’aspettativa di una stimolazione che possa tendere a migliorare il livello di attenzione e/o l’umore, è il prodotto di un condizionamento chimico.
Spesso, nei cibi che consumiamo con l’obiettivo di promuovere la produzione di particolari ormoni, che ci facciano sentire appagati, non è presente alcun elemento che possa giustificarne lo stato di eccitazione.
L’Azione degli zuccheri sul sistema nervoso centrale
Quando ingeriamo zuccheri, carboidrati complessi (pasta, pizza, pane ed altri farinacei) associati al sale promuoviamo l’attività di segnali che vengono inviati dalle papille gustative al cervello. Tali segnali hanno l’effetto di provocare i meccanismi della “ricompensa” che genereranno la stimolazione di ormoni associati alla sensazione di benessere.
L’ormone implicato in questo processo è la Dopamina, rilasciata dall’Ipotalamo e dal tronco dell’encefalo (aree del Sistema Nervoso Centrale), che spinge alla ricerca di una sensazione gratificante.
Produciamo Dopamina anche quando pregustiamo una sensazione piacevole.
Attivare i sistemi di ricompensa in modo massivo, provoca gravi conseguenze quali:
- perdita di controllo,
- desiderio irrefrenabile di assumere sostanze contenenti zuccheri
- incremento della tolleranza verso gli stessi zuccheri.
Ruolo dell’Ipotalamo e del Sistema Limbico nei Disturbi Alimentari
È accertato che il centro del comportamento alimentare è situato nell’Ipotalamo e per tale ragione in presenza di patologie che interessano questa area, sovente emergeranno molteplici disordini alimentari.
Il Sistema Limbico (l’area che ci ricorda la famosa torta di compleanno), possiede notevoli connessioni con le vie olfattive e con l’Ipotalamo, pertanto, anche condizioni patologiche che interessano questa area, possono determinare disturbi dell’alimentazione.
Quali sono i Disturbi dell’Alimentazione
Vengono definiti disturbi alimentari quei comportamenti persistenti, mirati spesso al controllo del peso, che danneggiano la salute fisica o la stabilità psicologica, che non sono conseguenza di una condizione medica o psichiatrica conosciuta.
I principali disturbi del comportamento alimentare sono:
- Disturbo da Alimentazione Incontrollata;
- Bulimia Nervosa;
- Anoressia Nervosa.
Disturbo da alimentazione incontrollata (DAI):
I criteri per la diagnosi sono:
- Ricorrenti episodi di abbuffate in cui si mangia in un periodo definito di tempo, ad esempio un’ora, una quantità di cibo maggiore della norma per la maggior parte delle persone, unita alla sensazione di perdita di controllo su cosa e quanto si sta mangiando.
Le abbuffate sono associate ad almeno 3 delle seguenti caratteristiche:
- Mangiare più rapidamente del normale;
- Mangiare fino a sentirsi spiacevolmente pieni;
- Mangiare molto anche senza fame;
- Mangiare da soli per imbarazzo;
- Sentirsi depressi e in colpa dopo l’abbuffata.
- Marcato disagio dopo l’episodio.
- Frequenza delle abbuffate almeno 1 volta a settimana per 3 mesi.
- L’abbuffata non è associata all’anoressia o a comportamenti di compenso come l’induzione del vomito nella bulimia nervosa.
Bulimia nervosa (BN)
I parametri per la diagnosi sono:
- Ricorrenti episodi di abbuffata, caratterizzata da:
- mangiare in un periodo definito di tempo, ad esempio un’ora, una quantità di cibo maggiore della norma per la maggior parte delle persone, unita alla sensazione di perdita di controllo su cosa e quanto si sta mangiando.
- Ricorrenti ed inappropriati comportamenti di compensazione allo scopo di prevenire l’aumento di peso, come l’induzione del vomito, assunzione di lassativi e diuretici o altri farmaci, esercizio fisico eccessivo.
- Le abbuffate e i comportamenti autocompensanti avvengono con una frequenza media di almeno 1 volta alla settimana per 3 mesi.
- L’autostima è in modo ingiustificato influenzata dal peso e dalla forma del corpo.
- Il disturbo non si presenta esclusivamente associato all’anoressia nervosa.
Anoressia nervosa (AN)
La diagnosi è posta a seguito delle seguenti caratteristiche:
- Restrizione alimentare che causa un peso corporeo significativamente basso rispetto all’età, al sesso ,alla salute fisica, all’adeguato livello di sviluppo per bambini o adolescenti.
- Paura di aumentare di peso nonostante il significativo sottopeso.
- Alterazione del modo in cui il soggetto vive il suo peso o la sua forma corporea o eccessiva influenza di questi sull’autostima, unita al persistente rifiuto di ammettere la gravità del proprio sottopeso.
Perché insorgono tali patologie alimentari?
Le cause dei disturbi del comportamento alimentare sono il risultato di un insieme di fattori, che sfociano nell’utilizzo scorretto del cibo, nel tentativo di fare fronte a una situazione emotiva e biochimica alterata.
La costante esposizione mediatica che riporta ad un modello ideale che nell’immaginario comune si esplicita nella rappresentazione estetica di persone magre (a volte eccessivamente magre), crea un conflitto nella mente di chi è particolarmente sensibile.
L’industria alimentare gioca un ruolo dannoso sulla salute a seguito del fatto che gli alimenti confezionati, hanno costi ridotti e quindi più accessibili e molto spesso sono preparati senza considerare gli effetti che stimolano sull’organismo.
Il cibo ha un ruolo primario sulle concause dell’alterazione degli stati emotivi, ma siamo fortemente convinti che alla base dell’insorgenza di tali patologie, vi sia un’alterazione dell’aspetto relazionale che andrebbe curato unitamente alle cattive abitudini alimentari.
Come affrontare il problema del Disturbo Alimentare
Considerare la natura psicologica e biochimica che è alla base del comportamento alimentare alterato, è il primo passo verso la possibilità di ripristinare una condizione normativa che possa far emergere la salute.
La scelta del cibo deve essere necessariamente stabilita in base alla stimolazione dei livelli di glicemia, pertanto selezionare alimenti a basso impatto glicemico, potrebbe divenire una strategia valida; ad es. scegliere il cioccolato fondente (minimo 85%) piuttosto che il cioccolato al latte, è funzionale anche per via del fatto che il cioccolato fondente possegga elevati livelli di Triptofano, un aminoacido precursore della Serotonina (ormone deputato al controllo dell’umore).
Il tacchino, le mandorle, il salmone e i cereali integrali contengono grossi quantitativi di Triptofano e il consumo di questi alimenti potrebbe divenire un ottimo ausilio per stimolare ormoni che agiscono sull’equilibrio emotivo.
Stigmatizziamo ancora una volta che i problemi generati da tali patologie a nostro avviso, siano da considerare principalmente a carattere emotivo e che sia vitale curare l’aspetto relazionale, che in tutti i quadri clinici molto spesso viene ignorato.
[Fonte: Nutrizione e Dietologia G. Liguri]
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